Per la quinta volta dopo le tre gare del girone e gli ottavi di finale, centinaia di persone si sono di nuovo ritrovate qui alla Casa degli Italiani per tifare tutti insieme i nostri ragazzi. Un’onda azzurra ha inondato il nostro salone tanto che a sentire tutti parlare in italiano e a vedere quanti si erano vestiti con bandiere tricolore non sembrava nemmeno di essere in terra spagnola, la stessa Spagna che avevamo meritatamente battuto una settimana fa allo Stade de France.
Domato il fuoco delle Furie Rosse, stavolta l’ostacolo da superare per continuare a vivere il sogno europeo era più arduo ancora, la Germania campione del Mondo guidata da Joachim Löw. Nonostante l’avversario fosse la squadra probabilmente più forte del torneo e che l’Italia si presentasse con un centrocampo più che rimaneggiato, gli azzurri sono riusciti a reggere all’assalto della corazzata tedesca fino a metà del secondo tempo, quando a segnare è stato Özil. Grande la delusione in sala, un silenzio di pietra che però dopo 600 secondi si trasforma in un grido di gioia e liberazione. Rigore per l’Italia, Bonucci si prende una responsabilità immensa ma non delude. A Bordeax invasione di campo della panchina, qui alla Casa un immenso boato e l’ormai storico coro dei Mondiali 2006.
I supplementari scivolano via senza particolari sussulti, si aspettano solo i calci di rigore. Tensione palpabile, tutti seduti a pregare per un errore dal dischetto da parte dei tedeschi.
Sembra fatta, ma purtroppo a sbagliare sono i ragazzi di Conte. Stavolta va così, la roulette dei rigori dice Germania, che riesce a batterci per la prima volta in un torneo solo dopo 9 scontri diretti e 18 calci di rigore.
La sala è vuota in un attimo, resta solo tanta amarezza e rammarico per come sono andate le cose.
Ma non scompare l’orgoglio, perché i nostri ragazzi ci hanno messo veramente il cuore e hanno dato anche più di quanto ci aspettassimo. Esce a testa alta l’Italia così come tutti quelli che si erano riuniti qui alla Casa, pronti per la prossima avventura azzurra e per continuare a rappresentare con fierezza il nostro Paese anche in questo angolo di mondo. (marcocucco)
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