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Mars'15
8
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Giovanni Allevi alla Casa
Giovanni Allevi alla Casa

"Provo molta gratitudine per voi italiani all'estero, veri e propri esploratori, per la vostra capacità e coraggio di esservi messi in discussione e avere deciso di cercare la vostra felicità cambiando vita":  con queste parole molto sentite Giovanni Allevi ha voluto rendere omaggio ai presenti all'incontro che l’ 8 Marzo 2015 lo ha visto protagonista alla Casa degli Italiani di Barcellona.

L'evento è stato anche l'occasione per l'inaugurazione ufficiale delle celebrazioni dei 150 anni della Casa degli Italiani, che cadono proprio quest'anno e si concluderanno il prossimo 20 Novembre.
Con il suo usuale stile informale e semplice - nel senso migliore del termine - Allevi è salito sul palco dopo gli interventi del Presidente della Casa Giuseppe Meli e del Console Generale d'Italia Stefano Nicoletti, che hanno sottolineato l'importanza della serata, ricordando quanto fatto in questo secolo e mezzo dagli uomini e dalle donne della nostra Associazione, e hanno poi voluto porre l'accento sulla traiettoria artistica del pianista, degno ospite d'onore di una serata speciale.

Intervistato dal nostro Responsabile Comunicazione Simone Callisto Manca, Allevi ha presentato il suo ultimo album, "Love", uscito in Italia lo il 20 Gennaio in uscita anche in Spagna, distribuito dalla Sony.

"Ho voluto indagare le mille sfumature dell'amore - ha detto il musicista, che è anche compositore e direttore d'orchestra - non solo quello romantico per la propria compagna o compagna ma anche quello sacro, per il creato; quello contrastato e infelice, negli occhi di una ragazza asiatica che devo avere fatto soffrire in una vita precedente; quello per una bella e incasinata famiglia, la mia; quello per i miei figli, per i quali ogni volta che vado in giro per i miei concerti provo un infinito senso di nostalgia".

Alla serata ha partecipato anche un nutrito gruppo di "sciarpe arancioni", i cosiddetti "alleviani", per i quali Giovanni ha avuto parole di vero affetto e vicinanza: "Non mi piace la parola fans, perché riporta a una visione di fanatismo che non credo debba fare parte del mondo della musica. Preferisco sentirli come persone che mi seguono e mi apprezzano per quello che faccio e per le emozioni che trasmetto loro attraverso la mia opera. In occasione delle registrazioni di "Love" ho voluto fare un regalo a un gruppo selezionatissimo: ho suonato in anteprima per loro i pezzi dell'album, sui quali abbiamo poi discusso, giocando a dare i titoli in base alle sensazioni che gli stessi brani ci trasmettevano" .

Parlando della recente esperienza di Sanremo, dove Allevi ha fatto parte della commissione esaminatrice di "Sanremo Giovani" Allevi ci ha tenuto a dire che "per scegliere quelle che poi hanno partecipato ho ascoltato 478 canzoni, tutte bellissime. Ho sentito in queste canzoni la preoccupazione per il momento difficile che viviamo, per la crisi che ci attanaglia, ma anche la voglia di non arrendersi e di cercare soluzioni nuove e creative ai problemi di sempre. Mi è dispiaciuto molto escludere tanti giovani che meritavano di partecipare al Festival, ma a loro voglio dire che a volte la ricerca di soluzioni a effetto e troppo complicate è controproducente: spesso la ricerca della semplicità, che non significa essere banali, porta a risultati migliori".

Come sempre estremamente disponibile con il pubblico, Allevi non si è poi sottratto nè alle domande nè alle richieste musicali dei presenti, per i quali ha suonato - in via del tutto eccezionale su un piccolo "Clavinova", che è stato protagonista anche di una divertente gag tra il musicista e il Presidente Meli - "Loving You", "Asteroid 111561", "The Other Side of Me", "My Family" e "La Stanza dei Giochi", tutti brani del suo ultimo album "Love".

La magia si è poi ripetuta il giorno dopo quando il pianista ha incontrato gli studenti del Liceo Scientifico "Amaldi" di Barcellona, con i quali ha da subito stabilito un rapporto di profonda immediatezza ed empatia.
"Il mio amore per la musica, che ancora oggi oscilla tra la passione e il desiderio, è nata da un divieto: i miei genitori, entrambi musicisti, non volevano che mi avvicinassi a un pianoforte a muro che avevamo a casa. Era chiuso a chiave: ma non avevano fati i conti con la curiosità e, appunto, la paura e il desiderio di un bambino. Trovai quella chiave, e per i primi anni mi cimentai su quel piano da autodidatta assoluto. Quando poi i miei genitori mi scoprirono si accorsero che la mia strada era quella, e mi iscrissero al Conservatorio. La mia storia inizia da lì".

Una storia semplice eppure di grande successo, di un uomo che gira il mondo armato "solo" della sua passione, circondato e avvolto da ciò che ama: la musica e le emozioni che attraverso questa riesce a trasmettere in chi lo ascolta. (simonecallistomanca

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