Platone diceva: “La musica è per l’anima quello che la ginnastica è per il corpo”. Quello del 5 Febbraio 2015 qui alla Casa degli Italiani è stato indubbiamente uno spettacolo che ha fatto bene all’anima, una di quelle occasioni in cui talento e passione coincidono per dare vita alla bellezza, declinata in note.
L’Orchestra da Camera dell’Università Pompeu Fabra si è esibita in Concert per fagotto e archi in minore Rv. 484 di Antonio Vivaldi (solista: Alfonso Fernández); Danze sacre e profane per arpe di Claude-Achille Debussy (solista: Ester Pinyols i Grifols); Nocturn (de Vistes al Mar) di Eduard Toldrà e Sinfonia Semplice, op. 4 di Benjamin Britten. Le varie arie si sono susseguite sotto la direzione attenta del Maestro Diego Miguel-Urzanqui, professionista di spessore, a cui va il merito di aver curato il tutto in modo impeccabile.
Certo è, che la ricompensa maggiore per un artista è il plauso della folla e il numeroso pubblico presente in sala, oltremodo entusiasta dell’evento, ha applaudito fragorosamente e a lungo il talento dei giovani musicisti.
Il rinfresco avuto luogo a fine serata è stato poi motivo di incontro e discussione, tema saliente: la musica, ovviamente; perché nonostante oggigiorno si preferisca celebrare altri generi, la musica da camera si conferma essere senza tempo, intramontabile e il concerto della UPF ne è prova inconfutabile. (testo: mariacarmelasicuro; foto: beatricemarchiori)
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